L’Antitrust multa per 10 milioni di euro Amazon (nel dettaglio, le società lussemburghesi Amazon Services Europe S. à r.l. e Amazon EU S. à r.l.) per pratiche commerciali scorrette. Il colosso dell’e-commerce, di fatto, ha “limitato in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori”, opzionando la pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti proposti, sia per i prodotti venduti direttamente da Amazon che per quelli venduti da terzi.
Selezionando la spunta dell’acquisto periodico di default, al posto dell’acquisto singolo, è possibile, è vero, ottenere spesso un prezzo più vantaggioso, ma si vincola in questo modo il consumatore a una sorta di “abbonamento” di cui non è pienamente consapevole.
Una impostazione che, non solo risulta ingannevole, in quanto automatica, ma è anche particolarmente dannosa per le tasche del consumatore e per l’ambiente, inducendo ad un consumo non necessario, che incentiva lo spreco.
Un vero e proprio smacco per l’immagine di un’azienda come Amazon, che spesso si è dichiarata promotrice di pratiche e comportamenti green, nonché di investimenti sulle strategie di sostenibilità.
Altro comportamento discutibile messo in atto dall’azienda è la pre-selezione, al momento dell’acquisto, della consegna veloce dal costo più elevato, che, se non si presta la necessaria attenzione, viene impostata di default al posto di soluzioni più economiche o, addirittura, gratuite!
In questo caso l’azienda è salva da sanzioni, in quanto l’Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon ad impostare come predefinita solo l’opzione di consegna gratuita.
Per quanto riguarda la pre-selezione dell’acquisto periodico, inoltre, Amazon si è impegnata a erogare un ristoro a favore dei consumatori che hanno lamentato tale condotta al Servizio Clienti.
Condividiamo le decisioni dell’Antitrust che, come sempre, si ritrova a riparare i danni causati agli utenti dalle condotte poco trasparenti delle aziende. Ma, come ribadiamo da tempo, questo sistema di intervento a posteriori non è più sufficiente: specialmente in tema di e-commerce, con un’impennata di oltre il 13% nell’ultimo anno. È necessario e doveroso prevedere sistemi regolatori più stringenti e severi, sistemi di vigilanza adeguati e sanzioni più ingenti, per far sì che non sia sempre il consumatore, la parte più debole del mercato, a pagare i danni (non sempre risarciti) per le condotte illegali e gli abusi delle società.